Premessa il sogno cap.I cap.II
Premessa
il sogno
cap.I
cap.II
cap.III
cap.IV
cap.V
cap.VI
cap.VII
cap.VIII
cap.IX
cap.X
cap.XI
Cap.XII
Cap.XIII
   
Mi riaddormento e il viaggio in questo paese ricomincia, allora mi alzo dal letto e, prima che riesca a bere un bicchiere d’acqua, si scoperchia il tetto di casa, le pareti della mia abitazione vanno in frantumi e, inevitabilmente, tutti i miei sforzi per rimanere isolato dal mondo in satana vanno in fumo e, adesso,  mi ritrovo  nel bel mezzo di Babilonia.     
Ora che non ho più riparo, cerco di nuovo l’uscita della città e, quindi, vado verso la sua periferia.            
Immerso in una nebbia, che nei punti in cui è più fitta si fa di colore nero, percorro la strada  e i vicoli tra  odori  di incenso mescolati  a quelli di zolfo.         
 In molti punti,  i marciapiedi  si fanno scivolosi e, proprio, mentre mi pare di essere arrivato alla fine della città cado per terra e, così,  le mie mani si sporcano del sangue, che per  le  strade di Babilonia è ovunque, come  lo è l’acqua delle pozzanghere nelle città dopo gli acquazzoni estivi.  
Mi rialzo e, quasi completamente nascosta dai fumi, noto una porta che sembra dia all’esterno della città, mi avvicino a passo veloce ma, subito, mi accorgo che un gruppo di demoni sono a guardia dell’uscita. 
 Loro mi hanno visto e sghignazzano ma fortunatamente nemmeno si muovono per cercare di prendermi.
Allora mi inginocchio e prego per ore Maria SS e Gesù di tirarmi via da questo inferno; alzatomi però dei demoni, per fiaccarmi e  rendere così la fuga da Babilonia  ancora più difficile, mi fanno “dono” di numerose ossessioni che mi tormentano come chiodi conficcati nella  mente.    
 Come se non bastasse, mi alzano  la testa  per farmi  notare che i diavoli a guardia della porta hanno visto la scena e, adesso, ridono  per l’accaduto.   
Con questi dolori invalidanti mi sposto per cercare di uscire da Babilonia da altri punti.    
Mentre percorro la strada che conduce verso la torre,  vedo il leviatano
che introduce tre enormi mostri nella città.
Il primo si presenta come l'antico dio Baal, il secondo si manifesta come Cibele la dea distruttrice anatolica e il terzo come Kundalini la dea induista, in un'istante  tre quarti degli abitanti della sciagurata città si prostrano dinanzi ai tre mostri.
In onore di Baal numerosi cittadini uccidono i propri figli rendendo il leviatano enormemente più potente di come lo era un attimo prima.
Per rendere culto a Kundalini le donne, dopo aver invocato oscure forze spirituali del cosmo, si abbandonano ad orgie e a perversioni.
In onore di Cibele  e spinti dalle donne babilonesi molti uomini invece si evirano lasciandosi poi sodomizzare dai violenti, dagli aspiranti massoni e dai suoi apprendisti.
Aproffittando del folto numero di eunuchi, della femminilizzazzione della società, delle orgie, della mattanza degli innocenti e dell'enorme confusione delle menti il leviatano si affretta ad aprire un'altra porta dietro la quale un esercito di invasori, a satana gradito, si appresta ad  entrare per  dare battaglia alle membra di Cristo  rimaste e versare, così, il loro  sangue nella città .             
 A scudo degli invasori il mostro massonico pone  un' esigua minoranza di  innocenti che l’esercito aveva portato con sé durante il viaggio per giungere a Babilonia e che per i massoni satanisti costituivano dei comodi ostaggi.          
Nel giro di pochi istanti, muratori politici e mediatici mettono alcune delle vittime uccise, violentate o travolte dagli aggressori davanti ai babilonesi i quali, annebbiati nell'ntelletto  mentre si chinano  per soccorrere i malcapitati, vengono assaliti alle spalle dall'esercito invasore.
Tra stupri omicidi e violenze di ogni genere  Babilonia sembra crollare interamente,tanto che la fine della città  pare oramai vicina.       
Il leviatano, poi, appende altri cadaveri lungo tutta la superficie esterna della torre per oscurare l’opera di edificazione continua della struttura.   
 
 
 
Site Map