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Arrivo di nuovo all’ingresso ovest della torre e,stavolta, entro insieme a numerose personalità importanti.
Solo adesso, una volta varcata la porta, mi accorgo che i gradini, che devono salire gli aspiranti massoni, sono molto alti e che il soffitto non è parallelo ma convergente con l’asse che unisce le scale cosicché mi devo piegare sempre più per arrivare in cima.
Terminata la scalinata, accedo in un’enorme sala che appare come una cappella religiosa pronta per una grande cerimonia; la multitudine di potenti entrati, dopo aver ascoltato il solito e banale discorso sulla fratellanza, si inginocchia davanti al dio architetto, dietro il quale vedo nitidamente lucifero, accanto a lui maghi ed esoteristi tutti in abiti rigorosamente massonici.
Chiudo gli occhi e li riapro un attimo dopo per vedere che la stanza si è fatta nera, il primo ad essere introdotto alla massoneria è un politico; il rito comincia con una suggestione di satana, all’interno di questa visione mentale l’iniziato vede i sudditi di Babilonia che gli si inginocchiano davanti, in sala non si sente volare una mosca e nemmeno vedo le suppellettili e gli arredi che erano presenti prima che chiudessi gli occhi.
Vedo, invece, demoni ovunque che hanno tra le mani l’anima dei loro assegnati.
Il rito continua con l’ingresso di un orribile creatura, in abito da sposa, che ha gambe e braccia muscolose da uomo, il corpo è ricoperti di peli corti e fittissimi, ha mani di donna con unghia curatissime, e ha la testa di un serpente.
Adesso satana ricopre in un attimo quella creatura, che sembra essergli figlia, con una potentissima suggestione che le fa praticamente da vestito, chiudo gli occhi e il mostro diventa in quell’abito affascinante e potente nella seduzione, capisco che il politico sta per contrarre nozze davvero con una figlia di satana: la superbia nel desiderio di potere.
Celebrato il matrimonio, la sposa poligama cava con le unghia gli occhi al neo-massone, gli toglie il cuore, che viene consegnato al maligno, il corpo e la volontà dello scellerato vengono, invece, incastrati nel leviatano e i massoni mediatici ricoprono il nuovo muratore di Babilonia delle vesti necessarie per occultare il suo corpo trasfigurato in satana.
Ora è la volta di un uomo della finanza.
Il rito comincia, sempre, con una visione mentale, indotta da satana, di un povero in stracci che si prostra dinanzi all’aspirante massone porgendogli l’unica moneta a sua disposizione.
Il finanziere gode spiritualmente per la suggestione. Cosi satana chiama la futura sposa del finanziere che lo renderà schiavo della torre e operatore del leviatano.
Entra una vecchia minuta e magra dagli occhi spiritati con, appese ad una cintura, delle borse piene di monete d’oro; la vecchia trascina con sé un cadavere di nome Lactis e, mentre, la sposa si avvicina, satana alza una mano e, al suo cenno, un mostro a sette teste esce dalla bocca dell’aspirante muratore per inghiottire una delle borse.
Mentre il finanziere si sta consacrando massone per avidità io chiudo gli occhi, una volta riaperti vedo il rito nella sua materialità terrena che si consuma in una monotonia rasserenante, tra gli stolti servi di satana al primo piano della torre.
Tra un’iniziazione e l’altra, i presenti confabulano e noto che, per ogni parola scambiata e favore corrisposta tra loro, satana attinge da un enorme vassoio anime che direttamente o indirettamente ai suoi servi erano collegati e comincia, per questo, a mangiarne molte e a soddisfarsi, invece, per la sofferenze e le iniquità imposte ad altre.
Mentre gli altri potenti entrati nella struttura si preparano per un altro rito, cerco un’ uscita; nel frattempo, i demoni continuano a far razzia delle anime dei massoni e satana seleziona, tra “questi nuovi acquisti”, quelli da portare al secondo e al terzo piano della torre; il lavoro, il maligno lo lascia fare materialmente ad alcuni satanisti che mescolati agli affiliati sono vestiti da semplici confratelli.
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