Premessa il sogno cap.I cap.II
Premessa
il sogno
cap.I
cap.II
cap.III
cap.IV
cap.V
cap.VI
cap.VII
cap.VIII
cap.IX
cap.X
cap.XI
Cap.XII
Cap.XIII
  
 
 
Rientro nella sala del rito, che ha due uscite che corrispondono a due corridoi; uno è rivolto verso nord, l’altro va verso ovest, nel primo vengono indirizzati i massoni mediatici che si occuperanno di lavorare in sintonia con i poteri politici e con quelli finanziari e nell’altro quelli che danneranno  le anime attraverso le riviste, i concerti, l’intrattenimento televisivo e quello cinematografico.           
I giornalisti, che percorrono tutto il corridoio rivolto ad ovest, giungono in una stanza dove lucifero li fa lavorare tutti, senza riposo, come sarti per creare un grandissimo abito con cui coprire l’orribile aspetto del leviatano, altri fanno da truccatori e altri preparano profumi per coprire il fetore  di quei massoni politici che satana utilizzerà per ingannare i babilonesi.
Esco dalla sartoria della torre per prendere il corridoio che dà verso nord, e qui, lungo tutto il percorso sono appoggiati ai muri innumerevoli sarcofaghi; ne apro più di uno e vedo che questi all’interno si  presentano come la medioevale macchina di tortura denominata vergine di ferro, infatti, in ognuno ci sono degli aculei in corrispondenza degli occhi e altri, invece, sono pronti a penetrare nel cuore delle vittime una volta chiusa la “vergine”.     
Demoni e massoni coordinano dei manovali entrati, anche questi, dalla porta sud che si caricano  dei  sarcofaghi per portarli tra le strade di Babilonia; altri, invece, portano gli involucri metallici, ancora non lavorati, ad un piano superiore grazie  ad  una  scala a chiocciola   alla mia destra.      
Seguo  il manovale  che mi è davanti, salgo dei gradini strettissimi e mi ritrovo in una stanza grande dove dei mostri con il corpo da donna e la testa di capra  entrano  negli involucri per darne la forma esterna, mentre il viso  del sarcofago viene scolpito da una donna che mi fa venire alla mente la Salomè di Erode.
La scultrice chiede l’ispirazione  a satana, il quale  fa da vero Pigmalione a questa Galatea babilonese.        
La donna ha numerose mani che, di volta in volta, le vengono messe a disposizione da quelle che i demoni hanno tranciato a molti operatori mediatici rimasti nell’anticamera della porta sud.  
Il sarcofago  infernale, pur essendo nient’altro che una statua di metallo inanimata, dopo il lavoro diventa affascinante e seducente e alcuni satanisti, lì presenti, ordinano a manovali della torre di portare le vergini di ferro nelle strade di Babilonia dentro le quali si chiudono spontaneamente numerose donne anche poco più che adolescenti.    
Nel frattempo, qui, sono  arrivati dalla città i sarcofaghi pieni e,  quando le casse si aprono, cadono esanimi ragazze che per  farsi  Salomè erano entrate nelle numerose Galatea che satana aveva fatto mettere nel paese dai suoi  gregari.        
Dopo che vengono consegnati al maligno i cadaveri spirituali delle giovani, alcuni satanisti  si fanno carico di premiare i loro servi della televisione e del mondo dello spettacolo con incarichi più prestigiosi e importanti.
 
 
 
 
 
 
 
 
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